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Allergie alimentari: arriva un farmaco che riduce il rischio di shock anafilattico


La scoperta tutta italiana dei ricercatori dell'Ospedale Bambin Gesù di Roma che rivela un farmaco per l'asma che riduce il rischio di shock anafilattico in bambini e ragazzi affetti da allergie gravi 




L'allergia alimentare è in generale una reazione del sistema immunitario che si scatena dopo aver consumato un determinato alimento. 
L'effetto del farmaco messo a punto dai ricercatori allergologi dell'Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma è quello non solo di migliorare il controllo dell'asma allergica ma anche di proteggere dallo shock anafilattico, la conseguenza più grave di un'allergia alimentare.
Le allergie alimentari sono molto frequenti difatti colpiscono 5 bambini su 100, in particolare nei primi 3 anni di vita. Questa malattia cronica è dovuta a specifiche proteine, presenti in alcuni alimenti, che vengono riconosciute dal sistema immunitario come "una minaccia contro cui combattere". 
I sintomi delle allergie alimentari si sviluppano rapidamente dopo l'ingestione, l'inalazione o anche il solo contatto con l'alimento in questione, provocando orticaria, rinite, gonfiore e edema del viso, congiuntivite, tosse e mancanza di fiato. Si stima che in 3 casi su 100 i sintomi progrediscono fino allo shock anafilattico

Lo studio
I ricercatori italiani dell'Ospedale della Santa Sede, diretti dal Prof. Alessandro Fiocchi, hanno condotto uno studio durato 3 anni su 15 bambini e ragazzi, di età compresa tra 6 e 18 anni, affetti da asma allergica grave associata a complesse forme di allergia alimentare (i soggetti mostravano reazioni a 37 alimenti). 
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Allergy and Clinical Immunology: in practice e mostra i risultati ottenuti in seguito alla somministrazione del farmaco omalizumab.  
Il farmaco, generalmente utilizzato per la cura dell'asma allergica grave persistente, agisce a livello delle immunoglobuline IgE, direttamente coinvolte nell'insorgenza delle reazioni asmatiche, prevenendo il processo infiammatorio.
Fino ad oggi l'efficacia documentata di omalizumab era limitata all'asma e all'orticaria cronica ma lo studio dei ricercatori italiani ha aperto ulteriori scenari circa il suo impiego nelle allergie alimentari.
Gli studiosi hanno osservato le reazioni ai vari allergeni prima e dopo il trattamento con il suddetto composto e ciò che è emerso è che in seguito alla somministrazione i bambini mostravano una tollerabiltà decisamente più alta verso quegli alimenti che prima comportavano un'immediata reazione allergica (passando da una soglia media iniziale di 460 mg di proteine a 8192 mg). 
E' stato quindi sensibilmente ridotto il rischio di reazioni che esitassero nello shock anafilattico.
Grazie al farmaco è stato inoltre possibile reintrodurre nell'alimentazione dei ragazzi il 70%  degli alimenti testati senza dover ricorrere a immunoterapici orali. 


FONTE: http://www.ospedalebambinogesu.it
Foto: pixabay

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